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Aree protette

Fortuna che esistono delle persone che a dispetto di questo sistema di consumi, parlano, si confrontano ma soprattutto agiscono per promuovere stili di vita che siano alternativi, semplici e più rispettosi delle persone e dell'ambiente. Sento spesso dire, in questi giorni dell'inizio della crisi economica, che la globalizzazione è come una piena dalla quale non c'è via di scampo.

Ma se questa piena, creata per mano dell'uomo, avviene a discapito del Pianeta stesso, delle sue risorse, allora dovremmo tutti rassegnarci all'idea di autodistruggerci?

Fortuna che esiste un'umanità che si sta diffondendo a macchia di leopardo, silenziosa ma con una grande volontà di opporre resistenza allo stato delle cose. Perchè per queste persone, non esiste che una maniera di essere umani e per questo è bene lottare anche le battaglie più difficili da sostenere. 

Trovate qui alcuni link che vi consiglio di consultare affinché grazie a questi uomini e donne, sia possibile trovare una via d'uscita, scampare alla catastrofe, rallentare la corsa verso il precipizio.

Center for Ecoliteracy un portale americano dedicato all'educazione per un vivere sostenibile.

Envirolink un portale di portali di tutto il mondo che trattano le questioni ambientali.

Bioneers un portale americano per trovare soluzioni innovative ai problemi ambientali.

Friends of the Earth portale inglese per migliorare la vita delle persone a partire dalla salvaguardia ambientale.

People and Planet un portale Inglese dedicato ai temi della salute degli uomini e del pianeta.

Planet Ark le cmpagne australiane per ridurre l'impatto ambientale.



Parchi di Puglia

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Per sognare. Tutti i Parchi della Puglia, in un link
 
Murgia bitontina: 80 ha in fumo

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Guardiamoci intorno, proviamo a pensare a qualcosa di naturale nelle nostre città. Come dei piccoli Marcovaldo ci sono persone che guadagnano dalla vista di un fungo in un'aiuola la speranza che ancora il cemento non abbia invaso il loro mondo.

Dove finisce Bari? Esattamente non si sa. Le strade invadono quelle che un tempo erano le campagne da raggiungere col ciucchetto, si attorcigliano come i tentacoli di una speculazione che non ha lasciato spazio ai nostri mandorli e ciliegi. Bisogna andare bel oltre l'intrigo di asfalto per assaggiare le terre di ulivi mentre per vedere ciò che resta dei boschi, bisogna calarsi nelle Lame e nelle proprietà private che si occupano di ristorazione.

Il bosco pubblico è d'intralcio e poi si sa che va in fumo.

Altri 80 ha di macchia sono stati consumati dall'incuria. Niente viali tagliafuoco, nessun intervento di difesa passiva antincendio. Se avessimo davvero a cuore questo verde come Marcovaldo con i suoi funghi nell'aiuola, se facessimo come lui...  

La notizia dell'incendio del 10 giugno nella murgia bitontina è su bitonto.tv mentre qui trovate l'incendio di Lama Balice

 
I giganti di Turi

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Alberi magici, alberi che hanno visto passare migliaia di storie avanti a sè, storie umane e storie di animali. Quanta memoria nei loro silenzi interrotti solo dal ciclo delle stagioni, gemmare di rami, tappeti di foglie brune nel comienzo del dormiveglia. Le storie di questi alberi monumentali conservano la memoria di quello che fu un grande bosco. All'animo umano più delicato solletica il rimorso della distruzione; ma passa, come passa lo scirocco.

Le parole che raccontano queste gesta, nell'articolo del "Il Paese" di Giovanni Signorile e Enrico Altini.

 
Bosco di Mesola

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Celebre e celelebrata per la sua famosa cipolla, Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, è un paese che da diversi anni sostiene la salvaguardia del territorio insieme a Cassano delle Murge e Santeramo in Colle attraverso l'allestimento di percorsi cicloturistici molto frequentati dai locali. Da qualche mese, grazie al lavoro della giovane Cooperativa Officina 21, è stato inagurato il percorso escursionistico attrezzato del SICBosco di Mesola".

“L’obiettivo – affermano i ragazzi della Cooperativa - è quello di sviluppare una serie di progetti ed attività legati principalmente al turismo ecocompatibile, alla valorizzazione dei patrimoni ed alla tutela ambientale”. 

Per informazioni e contatti, leggete questo articolo.

 
Bosco dell'Incoronata

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Roverelle che abbracciano la città, superstiti di una storia lontana, quella del grande bosco cui appartenevano.

Sono solo 1000 ettari quelli del Bosco dell'Incoronata, chiamato così dal nome della Madonna Nera dell'Incoronata, ritrovata nel bosco. La Madonna era stata venerata dai Bizantini che nell'anno 1000 consentirono alle popolazioni locali di fruire del bosco per "usi civici" e di sfruttare così legna e suolo per il pascolo continuando di fatto a distruggere la foresta.

Per saperne di più sulla storia e sui percorsi naturalistici guardate il sito del Comune di Foggia.

 
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