Ricchi e poveri: con la riforma IRPEF ritorno all'800
Scritto da Ilaria D'Aprile   

La notizia commentata da Micromega:

Con la proposta di introdurre due sole aliquote Irpef Berlusconi vuole abolire un principio cardine del nostro ordinamento costituzionale: la progressività del prelievo fiscale. Un balzo in pieno ‘800 verniciato di “modernità”...Berlusconi vuole sostanzialmente introdurre nel nostro Paese una flat tax al 23%, un’unica imposta sul reddito delle persone fisiche, dato che la seconda aliquota al 33% riguarderebbe solo i redditi sopra i 100.000 euro corrispondenti a circa lo 0,5% dei contribuenti.

...La nostra Costituzione, all’art. 53, recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. La riforma fiscale varata nel 1973 prevedeva 32 (32!) scaglioni di reddito: l’intento era quello di avvicinarsi quanto più possibile alla progressività continua (scaglioni della dimensione di una unità monetaria) come modello ideale di equità. L’aliquota più alta era all’82% (82%!), poi portata al 72% nel 1975 (ricordiamo che si parla di “aliquote marginali”, da applicare dunque solo alle corrispondenti porzioni di reddito, così che l’aliquota media viene ad essere assai inferiore).

...il vigoroso contrasto di questo disegno di “riforma fiscale” di impronta smaccatamente regressiva potrebbe essere la prima grande iniziativa di una opposizione sociale della quale il Paese ha disperatamente bisogno. Sarebbe ora di riuscire a recuperare un po’ di quei voti popolari migrati negli ultimi anni fra Arcore e Pontida.

Ultimo aggiornamento ( giovedì 21 gennaio 2010 )