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| Il cibo. Ci avete mai pensato? Quando facciamo la spesa acquistiamo del cibo senza quasi conoscere il prodotto. Non ci chiediamo per esempio qual era la qualità della terra dove sono cresciuti il grano e i pomodori della pasta che prepareremo oggi. Non sappiamo nulla delle condizioni di lavoro delle persone impegnate a produrlo, né dei veleni che stiamo introducendo nel nostro organismo, né quelli che infliggeremo al nostro ambiente. Noi siamo quello che mangiamo un motto talmente dato per scontato da aver perduto il suo significato originario. E questo anche a causa della ricerca scientifica che promuove la selezione di colture che avvantaggiano le tecniche produttive a discapito della qualità del cibo. | |
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| Da qualche mese, presso l'Istituto Gino Messeni Localzo di Rutigliano, seguo un gruppo di ragazzi videolesi nell'apprendimento dell'orticoltura con il metodo delle consociazioni. Per ora abbiamo trapiantato e seminato l'orto estivo e i risultati stanno per farsi vedere. Il corso fa parte di un progetto per la collocazione di soggetti videolesi disoccupati. | |
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| Per quanti volessero approfondire il tema, ecco l'articolo della brava Maria Pagnini uscito su AAM Terra Nuova . ...ogni pianta ha il suo pidocchio (afide ndr): c’è quello del cavolo, delle carote, delle orchidee (anche i nobili hanno i pidocchi!), delle rose, del pesco, del susino, del melo, del pioppo. A seconda della pianta, sono dei seguenti colori: bianco, bianco farinoso, bianco lattiginoso, bianco lanoso, verde e nero. Ma non verde pisello oppure verde baccello, perché questi ultimi due i pidocchi ce li hanno neri. Hanno grandi bocche con le quali succhiano la linfa che è concentrata sui germogli della crescita e quindi le piante deperiscono. Ecco da cosa ce ne accorgiamo, dal fatto che non crescono ed appaiono stente, allora ci si avvicina e si scoprono colonie di migliaia e migliaia di esserini appiccicati gli uni agli altri, tutti attaccati ad un miserissimo gambo. Cosa fare: per prima cosa... | |
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| State cercando un negozio, un consorzio, un'associazione che vende prodotti biologici nella vostra regione? La casa editrice Aamterranuova mette a disposizione questo motore di ricerca aggiornato e completo delle realtà che operano nell'ambito del biologico in Italia. | |
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| Ci sarebbe un problema di comunicazione alla base della paura dei bruchi per le api, completamente innocue visto che si limitano a bottinare il polline per la fabbricazione del miele. Eppure i bruchi, come si legge dalla ricerca resa nota sulla rivista Current Biology,non sarebbero in grado di distinguere un ronzio di un insetto predatore da quello di un'ape e quindi in entrambi i casi si allontanerebbero dalla pianta. La scoperta è stata fatta da Jurgen Tautz del Biozentrum Universität di Wurzburg in Germania che ha avuto modo di verificare come la presenza delle api in un set sperimentale in serra, limiterebbe del 60-70% la presenza dei bruchi. Questa scoperta potrebbe aprire nuove orizzonti per la lotta biologica in agricoltura. La notizia dall'Ansa.it e Science Centric. | |
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