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Il pane avvelenato della camorra PDF Stampa E-mail
lunedì 15 settembre 2008

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Per quanto tempo hanno continuato a sfornare pane avvelenato i forni di Afragola?

Quanta gente ha consumato pane cotto con ogni genere di scarto compresi infissi verniciati e corteccia di nocciolo trattata con pesticidi? Di preciso non si sa.

E neppure è noto se oggi, questi forni, che fatturano 600 milioni di Euro l'anno, siano stati chiusi e messi sotto sequestro e se la gente che ci lavora si è messa in regola.

La notizia ha fatto il giro d'Italia grazie alle IENE, che nella puntata del 13 marzo 2009, hanno mostrato questo video.

Eppure tempo addietro ne aveva parlato il quotidiano inglese "Guardian" e ancor prima "L'Espresso" del 3 aprile 2008.

 

Se il prezzo del pane aumenta la camorra vende quello di contrabbando.

Così nascono i banchetti del "pane nero" a Napoli dove un tempo erano le sigarette. A quanto pare la camorra ha convinto anche i commercianti ad acquistarlo a discapito dei consumatori che sono convinti di mangiare pane paesano ed invece introducono sostanze tossiche nel proprio corpo. Tutte queste informazioni provengono da un'indagine effettuata dall'assessore provinciale all'Agricoltura Francesco Borrelli. Un approfondimento sul tema Camorra e contraffazione alimentare si può trovare all'interno dell blog "Solleviamoci".

 
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