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State of the world 2009 PDF Stampa E-mail
Scritto da Ilaria D'Aprile   

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Mentre il Corriere qualche giorno fa metteva ancora in dubbio le previsioni sui cambiamenti climatici dell'IPCC, la task force di scienziati Onu,  accusata per anni dalla lobby del petrolio di esagerare i toni dell'allarme, dal Rapporto State of the World del Worldwatch Institute risulta che le sue previsioni erano troppo caute.

Alcuni dati. Si è passati dai 22,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica del 1990 ai 31 miliardi del 2007: più 37 per cento. A cui vanno aggiunti i 6,5 miliardi di tonnellate che derivano dalla deforestazione. Così la concentrazione di CO2 in atmosfera non cresce più al ritmo di 1,5 parti per milione per anno ma è arrivata a 2,2 parti in più per anno. 

Che fare allora? 

Come ridurre i danni che sembrano comunque inevitabili?

La ricetta è contenuta nella seconda parte del rapporto, quella dedicata agli edifici bioclimatici, all'aumento dell'efficienza energetica, allo sviluppo delle energie rinnovabili. Nel 2007 le rinnovabili (compreso l'idroelettrico) hanno fornito il 18 per cento dell'elettricità su scala mondiale. 

Secondo uno studio del German Aerospace Center, nel 2030 le rinnovabili potrebbero fornire almeno il 40 per cento dell'elettricità consumata in 13 delle 20 economie più importanti del mondo.

La notizia la trovate su La Repubblica e LaNuovaEcologia.

Ultimo aggiornamento ( sabato 17 gennaio 2009 )
 
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