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Renata Fonte: 25 anni dalla morte PDF Stampa E-mail
Scritto da Ilaria D'Aprile   

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Renata Fonte fu freddata sul portone di casa, dai killer assoldati da un compagno di partito, Antonio Soriano, per aver impedito la cementificazione di Porto Selvaggio, una delle coste più belle della Puglia.

Così morì 25 anni fa a Nardò l'Assessora alla Pubblica Istruzione di Nardò (LE). Lasciava due figlie che ora con l'associazione LIBERA di Don Ciotti, si battono contro la mafia.

Se fosse vissuta oggi, se questa opposizione l'avesse fatta oggi, forse sarebbe ancora viva: esistono maniere che uccidono l'avversario denigrandolo e mettendolo fuori gioco senza fare sangue. Grazie alla strategia che smonta gli eroi e li relega all'umiliazione del ridicolo, al confino dello scherno che li rende perdenti con il silenzio.

Per questo, come dice Roberto Saviano, dobbiamo continuare a parlare di queste persone, delle loro battaglie, di quelle che sono vive e che continuano a battersi contro la mafia.

Le prime per non farle morire due volte, le seconde, quelle vive, per non lasciarle mai sole.

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 13 maggio 2009 )
 
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