“Scommetto che in Italia non ci sarà nessuna centrale nucleare”. Lo ha dichiarato l’economista Jeremy Rifkin durante un incontro con gli studenti dell’università La Sapienza di Roma, in occasione dei dieci anni compiuti da Banca Etica. Secondo Rifkin infatti la quantità di energia che le centrali nucleari riescono a produrre è un’inezia: “Oggi in tutto il mondo sono presenti 439 centrali che realizzano solo il 5% dell’energia. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe sempre di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto sull’ambiente, si dovrebbero ridurre del 20% le emissioni di Co2. Bisognerebbe dunque costruire almeno 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così si fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. Ma, è evidente che questo non è possibile”. “Inoltre -ha ricordato Rifkin- “nel 2025 le scorte di uranio si esauriranno” e “già non c’è abbastanza acqua per raffreddare i reattori, basti pensare che solo la Francia utilizza il 40% delle risorse idriche a questo scopo”. C’é poi il problema delle scorie. “Non sappiamo ancora come trasportarle e stoccarle. Gli Stati Uniti hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all’interno di montagne dove sarebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Invece, hanno già cominciato a contaminare l’area”. Rifkin propone di “fare diventare le nostre case centrali energetiche”. “Dobbiamo trovare l’energia nel nostro giardino, prendendola dal terreno e dal sole”, solo così si possono risolvere i problemi legati alla scarsità delle risorse energetiche e alle emissioni inquinanti. Inoltre, per trovare un accordo sul tema, in vista del vertice di Copenaghen sul clima, ha invitato i governi a presentare dei programmi che non assomiglino a “punizioni ma a opportunità”. Per quanto riguarda i cittadini, Rifkin ha consigliato di iniziare a “ridurre il consumo di carne” e ad “adottare la dieta mediterranea”. Infatti, secondo l’economista “il 37% delle emissioni di metano e anche una parte di quelle di anidride carbonica” sono proprio dovute alla produzione di carne. |