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Cambiamenti climatici e salute PDF Stampa E-mail
Scritto da Ilaria D'Aprile   

 

Come si fanno a salvare 100 milioni di vite umane che sarebbero destinate a soccombere a causa delle patologie croniche legate all'inquinamento dell'aria? Basterebbe tagliare le emissioni del 50%. Questo lo studio dell'Agenzia Ambientale olandese che sta preparando le carte per l'incontro di Copenaghen di dicembre durante il quale i grandi del mondo si confronteranno ancora sui cambiamenti climatici.

Inoltre l'OMS ha individuato tre motivi per incoraggiare misure più forti nel combattere i cambiamenti climatici.

Il primo è che i cambiamenti climatici hanno conseguenze negative sulla salute. I rischi per la salute dovuti ai cambiamenti climatici sono vari, globali e difficili da invertire calcolando tempi umani (nel senso di non ere geologiche, n.d.t.). Questi rischi vanno dai rischi connessi a eventi climatici estremi, agli effetti sulle dinamiche della malattie infettive e sull'aumento del livello del mare che portano alla salinizzazione di risorse terrestri e acquatiche.

Il secondo motivo è che ridurre le emissioni di gas serra può essere favorevole alla salute: quando il carbonio scende la salute migliora. Portare avanti dei miglioramenti nelle condizioni ambientali potrebbero ridurre le malattie del 25%

Il terzo motivo presentato dall’Oms è che gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute sono sentiti in maniera diseguale: affinché la risposta sia efficace l'azione deve essere globale. Che siano i 70.000 morti eccedenti causati dall'ondata di caldo che ha travolto l’Europa nel 2003, o le nuove morti malariche negli altopiani centrafricani, le persone a più alto rischio a causa della congiunzione clima-salute sono i poveri, quelli che vivono in zone geograficamente vulnerabili, i giovanissimi, le donne e gli anziani. Le popolazioni considerate ad alto rischio sono quelle che vivono in piccole isole nei paesi in via di sviluppo, nelle regioni montagnose, in quelle dove l’acqua è carente, nelle megalopoli e zone costiere dei pvs ma anche i poveri coloro che non hanno accesso ai servizi medico-sanitari.

Ultimo aggiornamento ( lunedì 18 maggio 2009 )
 
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