La vita contadina del passato rimanda inevitabilmente ad una esistenza di stenti e sacrifici, ma come si presenta oggi la vita del contadino moderno?

Un articolo del Japan for Sustainability mi ha incuriosito e provo a tracciare per grandi linee il pensiero del giornalista.

In Giappone la gran parte dei contadini ha un'età superiore ai 65 anni e molti sono i giovani che in seguito alla perdita del lavoro, si muovono dalle città nei campi per sopravvivere e lasciarsi alle spalle lo stile di vita frenetico, che solo in Giappone provoca 30.000 suicidi l'anno. Questi giovani diventano contadini soltanto a metà perchè il lavoro dei campi impegna solo una parte del loro tempo.

Il resto del tempo viene utilizzato per coltivare le propie passioni...

Naoki Shiomi è stato il primo a coniare la definizione ed ora vive ad Ayabe a nord di Tokyo.

Chi si avvicina alla campagna oggi, non è alla ricerca di business ma di trovare soddisfazioni personali nella vita cercando di essere autosufficiente da un punto di vista alimentare e di avere il tempo libero per coltivare le proprie passioni.

Una tendenza che a partire dagli anni '90 si sta diffondendo in tutto il mondo che si oppone al consumismo, alla produzione di massa, all'alimentazione industriale e alla distruzione delle risorse naturali. Ritornare alla terra per riprendersi cura delle relazioni ed ascoltare i propri bisogni a partire da dove la vita si rinnova ciclicamente all'alternarsi delle stagioni.