Rifiuti in Campania: 15 arresti |
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Scritto da Ilaria D'Aprile
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| Da Carta del 3 giugno Anna Pacilli scrive: L’operazione «Green» della guardia di finanza e della direzione investigativa antimafia di Napoli ha portato quindici persone agli arresti domiciliari. Si tratta di amministratori regionali campani, docenti universitari ed esponenti politici locali, fra i quali spicca il nome di Aniello Cimitile, attuale presidente della Provincia di Benevento, ex rettore dell’università del Sannio e indagato in quanto collaudatore. Sono tutti accusati di falso ideologico per aver dichiarato l’idoneità degli impianti di trattamento dei rifiuti quando erano già sequestrati [perché difformi dai progetti] nonché la loro capacità di produrre cdr [combustibile derivato da rifiuti] e fos [frazione organica stabilizzata] a norma. A realizzare gli impianti, sulla base di appalti banditi dal commissariato di governo per l’emergenza rifiuti in Campania nel 1999, è stato il consorzio Fibe [capofila Impregilo], al quale è stato anche affidato lo smaltimento dei rifiuti in regione dal 1998 al 2005. |
Secondo l’inchiesta napoletana, le commissioni di collaudo avrebbero dichiarato il falso attestando l’ottemperanza degli impegni previsti dal contratto sottoscritto dalla Regione Campania con Fibe. Dunque, gli impianti di trattamento dei rifiuti in Campania non hanno prodotto cdr in regola per essere bruciato negli inceneritori né fos a norma di legge per i ripristini ambientali, ma solo le già note «ecoballe», a suo tempo respinte persino dagli impianti di incenerimento tedeschi. E una delle cose curiose che stanno emergendo dall’inchiesta è che, fra i «professionisti» delle commissioni di collaudo utilizzate dalle strutture commissariali, ufficialmente formate da «tutti docenti universitari e professionalità riconosciute», ci sarebbero anche persone con solo la licenza di terza media. Maggiori informazioni su carta.org | |