Sono una camminatrice, ma in pochi lo sanno. La maggior parte delle persone a cui lo dico non è interessata all'argomento. Così capita di custodire viaggi a piedi in attesa che a qualcuno interessi ascoltare. E quando ciò accade è una vera festa. 

Ma lo capisco. E' difficile comprendere perchè uno dovrebbe uscire di casa, caricarsi uno zaino di 7kg sulle spalle e trascorrere giornate a piedi su strade sconosciute per 20-30km, ogni giorno. Eppure, non siamo pochi, ma siamo un popolo timido. Perchè è difficile spiegare che camminare è un vero piacere.

Insospettabilmente Paolo Rumiz esce allo scoperto e scrive un articolo su La Repubblica il 19 novembre scorso, dove prova a spiegare. Ma non è la mia storia.

Solo chi condivide i viaggi di Kerouac e i brani di Franco Arminio può capire il suono della parola libertà. Esci di casa e mettiti sulla strada: sicuramente qualcosa di straordinario accadrà. Lasciarsi trasportare dagli eventi e spogliarsi della propria identità per tornare verso di sè più leggeri, puliti e fiduciosi. Perchè quando cammini devi dare fiducia e ottenere fiducia. E scopri che le cose che hai con te sono superflue, che se chiedi aiuto ti sarà dato, che esiste una nuova umanità che per le vie della città non riuscivi più a scovare e che ora che ti ritrovi sperduto tra il bosco e la vigna lì esiste qualcuno pronto ad aiutarti.

Cammini e centinaia di cose accadono. Cose che andando in auto scopriresti con difficoltà, lì compaiono a misura del tuo passo. Componi il paesaggio della mappa sulle tre dimensioni del tuo corpo. E questa magia ti fa sentire libero e bello nonostante la fatica e l'incognito. Perchè senti di essere finalmente una cosa sola con la terra, il cielo e il resto degli esseri viventi. Tutti legati tra loro. Allora viene il desiderio di bello, di buono di giusto. Perchè non puoi mentire di chi ti fidi. Camminare è anche molto di più. Ma lo si scopre solo mettendo un passo dietro l'altro.